Le marche da bollo usate per posta


Quasi tutti i cataloghi specializzati riportano un capitolo dedicato all'uso postale delle marche da bollo. Posto che non si tratta di un'emissione di francobolli, io mi limiterò ad un breve accenno, senza approfondire molto questo argomento.

A partire dal 1° Novembre 1854 sia in Austria che nel Lombardo-Veneto vennero poste in commercio delle speciali marche da bollo, per assolvere le tasse dovute su atti e documenti ufficiali di varia natura, esattamente come accade ancora oggi. Ovviamente l'indicazione del valore era in Kreuzer per i valori austriaci ed in centesimi per quelli "italiani".
Poiché le indicazioni fornite per il loro utilizzo furono molto generiche (si parlava di "uso per tutti gli atti") vennero non di rado utilizzate erroneamente per affrancare anche la corrispondenza.
Complice una certa tolleranza iniziale da parte dell'Amministrazione Postale e la compiacenza dei venditori che guadagnavano di più sulla vendita delle marche piuttosto che sulla vendita dei francobolli (e quindi avevano ben poco interesse a scoraggiarne l'uso...) il loro utilizzo fu relativamente esteso, in particolar modo nei tagli più comuni (15 e 30 centesimi).
Già all'inizio dello stesso Novembre 1854 una circolare aveva vietato l'uso delle marche come francobolli, ma non si riuscì ad eliminare il problema; così come non riuscirono ad eliminarlo neppure le successive circolari del 1857 e del 1858, anche se di fatto il loro utilizzo andò diminuendo.
Una recente e validissima teoria alternativa espressa da Umberto del Bianco nel suo studio "Storia Postale del Lombardo-Veneto" ritiene invece che per giustificare il fenomeno su così vasta scala, oltre all'utilizzo sporadico da parte dei privati, si possa ritenere che l'uso fu addirittura reso obbligatorio da parte dell'Amministrazione Postale di Verona sulle lettere presentate da parte dei corrieri privati agli uffici postali per l'affrancatura, al fine di controllare il loro operato e la corrispondenza da questi trasportata anche in relazione ai casi scoperti di falsificazioni di francobolli della prima emissione che riconducevano proprio ai corrieri privati...
Una prima serie di marche da bollo venne emessa il 1° Novembre 1854 ed i seguenti valori sono noti usati come francobolli:

5 centesimi
Verde e rosso-bruno
10 centesimi
Verde e rosa-carminio
15 centesimi
Verde e nero
30 centesimi
Verde e nero
50 centesimi
Verde e nero
75 centesimi
Verde e nero
1,50 lire
Verde e nero


Di forma rettangolare (non uguale per tutti i valori), presentano un fondo verdino col disegno di una foglia. In alto vi è un cerchio con degli ornati decorativi, differenti per i vari tagli, recante l'indicazione del valore con sotto una piccola aquila bicipite (è in alto nel valore da 1,50 Lire). Il bozzetto fu eseguito da Leander Russ ed inciso da Karl Sotterba. La stampa, come per i francobolli, venne eseguita a cura della Stamperia Reale di Vienna.
Venne adoperata una sottilissima carta a macchina con in filigrana le iniziali "J.R.", la sigla del fornitore della carta (Josef Reichle). Il fondo verde venne stampato in calcografia mentre l'indicazione del valore in tipografia. Le marche erano dentellate con sistema lineare in modo piuttosto impreciso e con passo variabile da 13,5 a 17 (si possono trovare anche dentellature miste differenti sulla stessa marca).

A partire dal Settembre del 1856 tutti i valori (ad esclusione del 5 e 10 centesimi) vennero ristampati con le medesime caratteristiche estetiche e tecniche tranne per l'indicazione del valore che fu eseguita in calcografia, come il fondo verde. Diversa era anche la filigrana di questa nuova provvista che rappresenta l'aquila bicipite con corona e la sigla "S.Æ.F" (iniziali di "Schlöglmühler Aerial Fabrik").

Queste marche si intendono usate postalmente quando rechino chiaramente un annullamento POSTALE, molto meglio se ancora su frammento o su lettera in quanto non raramente vennero annullate postalmente seppur utilizzate su documenti fiscali. Non bisogna inoltre confonderle con quelle regolarmente usate per lo scopo cui vennero create che sono assai comuni, ma gli annulli del tutto diversi rendono veramente difficile confondersi (Fig. da 1 a 7).
Si conoscono anche rarissimi utilizzi di marche austriache utilizzate in territorio Lombardo-Veneto e qualche marca per almanacchi ed annunci utilizzata come francobollo: sono tutte rarità di cui ne esistono pochissimi pezzi.

Riconoscere le due tirature non è complesso: oltre alla filigrana differente, i due diversi sistemi di stampa presentano delle caratteristiche peculiari. Rappresento qui un 30 centesimi, usato fiscalmente, nelle due tirature (Fig. 1 e 2).

Tipografico
Calcografico
Fig. 1: valore tipografico
Fig. 2: valore calcografico


E' ben evidente la differenza tra i due valori: in quello tipografico i "pallini" delle cifre sono ovali mentre in quello calcografico sono molto più tondi; inoltre la dicitura "Centesimi" è differente, più "squadrata" nel valore calcografico.
Per curiosità rappresento anche i valori da 5, 15, 50, 75 centesimi ed 1,50 Lire (Fig. da 3 a 7): non dispongo attualmente dell'immagine del pezzo da 10 centesimi.

5 centesimi
15 centesimi
Fig. 3: 5 centesimi tipografico
Fig. 4: 15 centesimi calcografico
50 centesimi
75 centesimi
Fig. 5: 50 centesimi calcografico
Fig. 6: 75 centesimi tipografico
1,50 Lire
Fig. 7: 1,50 lire calcografico


Ecco alcuni esemplari regolarmente usati per posta, come francobolli (Fig. 8-9-10).

15 centesimi
15 centesimi
Fig. 8: 15 centesimi calcografico
Fig. 9: 15 centesimi calcografico

Busta
Fig. 10: 15 centesimi calcografico