Il Regno Lombardo-Veneto
Nel 1815, a seguito
di quanto stabilito dal trattato di Vienna, l'Europa vide un netto riassestamento
della situazione territoriale e politica. Alcune nazioni, quali l'Austria e
l'Inghilterra, ne uscirono notevolmente rafforzate ed in una posizione di predominio.
L'Austria vide l'annessione dei territori della Lombardia e dell'antica Repubblica
Veneta, per compensarla della perdita dei Paesi Bassi. Venne così a costituirsi
il Regno Lombardo-Veneto, teoricamente autonomo ma praticamente direttamente
dipendente da Vienna che veniva così ad avere un'influenza ancor più
diretta sulle "faccende" italiane.
Il Regno Lombardo Veneto aveva una superficie complessiva di circa 47.000 Kmq
ed una popolazione di circa 6,4 milioni di abitanti (1850). Fu sovrano, durante
il periodo filatelico, Francesco Giuseppe.
Geograficamente era diviso in due regioni, Lombardia e Veneto, ed in 17 province:
per la Lombardia vi erano Milano (la capitale), Bergamo, Brescia, Como, Cremona,
Lodi & Crema, Mantova, Pavia e Sondrio, mentre per il Veneto vi erano Venezia
(la capitale), Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Udine, Verona e Vicenza.
Le vicende
che portarono alla caduta del Regno Lombardo Veneto ed all'annessione dei territori
al Regno di Sardegna iniziano nel 1848/49 con la Prima Guerra di Indipendenza
che vide però perdente l'esercito Sardo nei confronti dell'Austria, dapprima
contro le truppe del Radetzky a Custoza (25 Luglio 1848) e l'anno seguente a
Novara. Era comunque chiaro che la situazione stava volgendo verso profonde
modificazioni.
Ben diversamente, infatti, andarono le cose nel 1859, con la Seconda Guerra
di Indipendenza, dove l'alleanza tra Sardegna e Francia portò alla liberazione
della Lombardia (tranne pochi territori), che venne ceduta alla Francia che
a sua volta la "girò" al Piemonte (Trattato di Zurigo). La
Francia dal canto suo ebbe i territori della Savoia e del Nizzardo.
Il Cavour, abilissimo stratega aveva infatti stretto un accordo difensivo segreto
con Napoleone III (accordo di Plombieres): se l'Austria avesse attaccato il
Piemonte, la Francia sarebbe intervenuta. Per costringere l'Austria a dichiarare
guerra istituì un corpo di volontari (Cacciatori delle Alpi) che ben
poco erano graditi agli austriaci. L'Austria cadde nella trappola ed intimò
di sciogliere questo corpo; l'ultimatum austriaco venne logicamente respinto
e l'Austria attaccò, varcando il fiume Ticino e tentando l'invasione
del Piemonte (29 Aprile 1859). Gli austriaci si trovarono così a fronteggiare
l'esercito Sardo e quello Francese, collezionando una lunga serie di sconfitte.
L'esercito Sardo avanzò occupando i territori Lombardi, fino all'Oltrepò
Mantovano (territorio ben noto agli appassionati di storia postale per alcuni
rari usi "provvisori" dei francobolli Sardi durante il breve
periodo di dominio Sardo...).
Napoleone tuttavia, a causa delle sempre meno velate minacce Prussiane di intervenire
a fianco degli austriaci, firmò un armistizio segreto (Villafranca) che
pose fine alla Guerra e causò un fortissimo risentimento del Cavour e
di molti Italiani. Comunque col trattato di Zurigo i territori dell'Oltrepò
vennero resi agli Austriaci e la Lombardia fu ceduta alla Francia per "consegnarla"
a Vittorio Emanuele.
Nel 1866, con la Terza Guerra di Indipendenza, l'Italia, ora alleata anche con
la Prussia, riesce ad ottenere il territorio del Veneto, che venne definitivamente
annesso all'Italia a seguito del trattato di Cormons (12 Agosto 1866), segnando
così la fine del Regno Lombardo Veneto, a 51 anni dalla sua nascita.
La Prussia infatti era stata l'artefice dell'unificazione degli Stati Tedeschi,
combattendo contro l'Austria. Poiché il nemico era ora quello comune,
il Bismark strinse un accordo con l'Italia: in caso di vittoria l'Italia avrebbe
avuto il Veneto.
Durante la guerra (dichiarata il 17 Giugno 1866 dalla Prussia) gli italiani,
piuttosto disorganizzati e certamente mal comandati, vennero seccamente sconfitti
(Custoza, 24 Giugno 1866 e Lissa 20 Luglio 1866).
Per nostra fortuna i prussiani sconfissero gli austriaci a Sodowa e li costrinsero
alla resa (trattato di pace di Praga). Il Veneto venne ceduto alla Francia che
lo lasciò però all'Italia. I territori del Trentino e della Venezia
Giulia restavano comunque all'Austria. Il 21 ottobre, un plebiscito sancì
l'unione del Veneto al Regno d'Italia.
La moneta circolante
fu fino al 31 ottobre 1858 la Lira Austriaca, divisa in 100 centesimi, equivalente
a 20 Kreuzer ("Carantani") austriaci. Va precisato che l'equivalenza
1 Lira Austriaca = 20 Kreuzer era solo teorica, in quanto essendo la Lira Austriaca
una moneta d'argento aveva comunque un valore maggiore nella vita reale.....
Dal 1° Novembre 1858 venne introdotto il Fiorino Austriaco, anch'esso moneta
d'argento, formato da 100 Soldi ed equivalente ad un Gulden Austriaco (1 Gulden
= 60 Kreuzer). 1 Soldo equivaleva a 2,47 Lire Italiane e la "vecchia"
Lira Austriaca venne ragguagliata a 35 Soldi.
Ecco brevemente
quali erano le principali tariffe postali esistenti per una lettera primo porto
per l'interno (fino a 17,5 grammi). Il doppio porto pagava il doppio, il triplo
pagava 3 volte e via dicendo. L'affrancatura per l'interno era obbligatoria
a carico del mittente e le lettere non affrancate o male affrancate venivano
recapitate egualmente ma a carico del destinatario vi era l'intera tassa omessa
più un'addizionale di 15 centesimi (3 Kreuzer) per ogni lotto.
Lettera diretta nel circondario postale (senza limite di peso) |
10 centesimi
|
Fino a 10 Leghe di distanza (1 Lega = 7,4 Km) |
15 centesimi
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Da 10 a 20 Leghe di distanza |
30 centesimi
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Oltre 20 Leghe di distanza |
45 centesimi
|
Stampati (qualsiasi distanza) |
5 centesimi
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Campioni senza valore |
Metà
tariffa
|
Raccomandata per il distretto |
+15 centesimi
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Raccomandata fuori dal distretto |
+30 centesimi
|
Ricevuta di ritorno (*) |
30 centesimi
|
Dal 1° Novembre 1858, con l'introduzione del Soldo, le tariffe vennero
convertite usando il seguente cambio (le lettere non affrancate pagavano a destino
l'intera affrancatura più una sovrattassa di 5 Soldi):
5 centesimi
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2 Soldi
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10 centesimi
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3 Soldi
|
15 centesimi
|
5 Soldi
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30 centesimi
|
10 Soldi
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45 centesimi
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15 Soldi
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