L' emissione - introduzione generale
L'emissione dei
francobolli da parte del Ducato di Modena risale al 1° Giugno 1852.
Da tempo l'adozione dei francobolli era vivamente raccomandata da parte degli
austriaci (che, ricordiamolo, avevano influsso diretto nelle attività
del Ducato) al fine di uniformare il sistema di riscossione a quello austriaco.
Dopo alterne vicende, rinvii di esecuzione, contatti con esponenti di Vienna
e non poche indecisioni, si giunse finalmente all'emissione dei "Bollini".
Per quanto concerne il disegno del francobollo, trascrivo integralmente come
lo definiva perfettamente Emilio Diena "Esso misura 18,5 x 21,5 mm.
L'Aquila Estense ad ali raccolte, sormontata da una corona reale e racchiusa
fra due tralci d'alloro, legati in basso da un nastro, è contenuta in
un rettangolo avente ai lati degli ornati e superiormente la scritta "Poste
Estensi" in maiuscolette allungate. In basso era lasciato, fra due piccoli
ornati angolari, uno spazio nel quale dovevano essere inseriti dei caratteri
tipografici maiuscoletti per l'indicazione del valore; questi erano tenuti fermi
da una linea inferiore che completa il rettangolo". Come spiegarlo
meglio? Questo soggetto venne scelto malgrado le raccomandazioni Viennesi di
cercare un soggetto meno facilmente falsificabile. Dapprima si pensò
di far eseguire i francobolli a Vienna ma poi, sempre a causa di mancate risposte
e problemi di vario genere venne presa la decisione di stampare in proprio i
francobolli a Modena dopo aver preso contatti con l'Amministrazione Toscana
per avere ragguagli e chiarimenti sul modo e sui metodi per la stampa.
L'incisione del disegno venne eseguita a cura di Tommaso Rinaldi ed i conii
e le matrici (uguali per tutti i valori, con inserimento del tassello del valore
a diciture mobili) furono approntati dalla ditta orafa Rocca, Rinaldi &
Algeri di Modena per "L'importo totale di Italiane L. 850, Tariffali
L. 782". La stampa venne eseguita dalla Tipografia del Ministero delle
Finanze di Modena, con un risultato non certo esemplare. Moltissimi sono infatti
i piccoli difetti che si riscontrano sistematicamente nella stampa tipografica
in nero e che permettono il plattaggio dei pezzi.
Dapprima furono approntate due composizioni di 260 pezzi, subito ridotte prima
della stampa a 240 pezzi divisi in 4 gruppi 60 (6 file di 10 pezzi).
Tra ogni francobollo vi era un filetto divisorio tanto orizzontale (discontinuo)
che verticale (continuo). Ogni gruppo di 60 era separato da un interspazio di
1 cm., con quello orizzontale (guardando il foglio) avente un doppio filetto
tipografico nel mezzo e quello verticale avente un filetto continuo a margine
del francobollo (Fig. 1).
Fig. 1:
il centro del foglio di 240 esemplari
In una delle due composizioni le cifre risultavano seguite da un punto; questa
composizione venne usata per stampare solo alcuni dei valori. Ecco lo schema
dei valori emessi:
5 centesimi
|
Verde
|
Sia con
che senza punto
|
5 centesimi
|
Verde oliva
|
Con punto
|
10 centesimi
|
Rosa
|
Sia con
che senza punto
|
15 centesimi
|
Giallo
|
Senza punto
|
25 centesimi
|
Camoscio
|
Senza punto
|
40 centesimi
|
Celeste
|
Senza punto
|
40 centesimi
|
Azzurro
|
Sia con
che senza punto
|
1 Lira
|
Bianco
|
Con punto
|
La carta usata fu a macchina,
colorata, di spessore variabile, ma solitamente abbastanza sottile, senza
filigrana. Venne acquistata in lotti differenti e per questo non è
uniforme sia nello spessore che nella colorazione, con alcune tonalità
caratteristiche. Per il valore da 1 Lira rimando alla scheda del francobollo
in quanto esistono delle differenze rispetto ai restanti francobolli.
Notevole il numero di errori di composizione tipografica che si verificarono
durante la produzione; da ciò ne derivano cartigli del valore con posizionamenti
errati delle lettere, dei punti, mancanze nei caratteri e via dicendo. Un
elenco è consultabile nella sezione "Approfondimenti";
lascio comunque alla lettura di un buon Catalogo il piacere di approfondire
ulteriormente l'argomento (attenzione ad alcune varietà non proprio...originali
o dovute a cattiva impressione di stampa più che ad errata composizione!).
Altre interessanti varietà sono i difetti degli stereotipi, cui poc'anzi
accennavo, alcune volte notevoli, ed anche alcune doppie impronte. In alcuni
casi, piuttosto rari, nel cartiglio inferiore è visibile l'impronta
di uno spazio tipografico (Fig. 2-3).
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Fig.
2-3:
due impronte di spazi tipografici
|
Da segnalare anche l'esistenza
del valore da 25 centesimi in colore verde: sulla natura di questo pezzo vi
sono pareri discordi: chi lo considera come una prova di stampa e chi come
un vero e proprio errore di colore (è rappresentato nella scheda del
valore da 25 centesimi).
Questa emissione ebbe validità sino al 15 Ottobre 1859.
Sono note le tirature e le rimanenze (complessive dei pezzi con e senza
punto dopo la cifra); sono le seguenti:
Valore
|
Tiratura
|
Rimanenza
|
5 centesimi
(*)
|
1.932.720
|
700.651
|
10 centesimi
|
526.080
|
106.615
|
15 centesimi
|
838.080
|
145.902
|
25 centesimi
|
998.160
|
495.276
|
40
cent. azzurro
|
501.600
|
254.503
|
40
cent. celeste
|
17.280
|
372
|
1 Lira
|
48.000
|
41.710
|