Trinacria & Crocetta - introduzione generale
"Trinacria" & "Crocetta": due nomi molto noti ai collezionisti: due francobolli molto rari e desiderati...
T R I N A C R I A
Questo francobollo venne emesso il 5 Novembre 1860, durante il periodo della
Dittatura di Giuseppe Garibaldi, che ebbe termine pochi giorni dopo, l'8 Novembre.
La causa dell'emissione fu la necessità di avere un valore adeguato per
affrancare giornali e stampe, stante la riduzione del costo di affrancatura
delle stesse, deciso dal Regno di Sardegna; infatti le stampe pagavano 1 centesimo
ogni 20 grammi, corrispondente a Mezzo Tornese Napoletano. Poichè mancava
un francobollo di tale valore si decise di "crearne" uno.
Per fare in fretta, vista l'urgenza di avere il francobollo ed evitare costi
aggiuntivi, si ricorse ad un sistema molto pratico: venne preso il Mezzo Grana
della seconda tavola della prima emissione e si scalpellò l'indicazione
"G." (di Grana) sostituendola con "T." (di Tornese). Venne
utilizzata solo la metà di sinistra della tavola (cioè la metà
destra del foglio), per cui 100 esemplari. La stampa è infatti in fogli
di 100 esemplari, sulla stessa carta dell'emissione precedente. Esistono pertanto
100 varietà di incisione. Anche i fogli di carta, predisposti in dimensione
per la stampa di 200 pezzi, vennero tagliati a metà.
L'operazione di reincisione del valore fu eseguita da Pasquale Amendola e la
stampa calcografica da Gennaro De Masa.
Il lavoro si sostituzione del valore lasciò notevoli tracce della "G"
preesistente: la "T" si presenta infatti quasi sempre circondata da
aloni più o meno carichi di colore ed anche la posizione non è
sempre la medesima.
La qualità della carta, la struttura ed il soggetto del francobollo sono
identiche a quelli del Mezzo Grana a cui rimando per i vari dettagli.
Il colore prescelto fu l'azzurro, con una tonalità piuttosto costante.
Tra le varietà più importanti vi sono gli esemplari mostranti
la doppia incisione della "T.".
Di questo francobollo, assai raro, non si conosce la tiratura: si sa solo che
ne vennero stampati 200.000 pezzi, comprensivi della "Crocetta".
C R O C E T T A
Il francobollo
precedente, la Trinacria, venne sostituito in brevissimo tempo da un nuovo valore,
la Crocetta.
Gli emblemi Borbonici andavano eliminati rapidamente per cui, dopo solo un mese,
il 6 Dicembre, venne emesso il nuovo valore, durante il periodo della Luogotenenza
di Carlo Farini.
Anche in questo caso si procedette con poca fantasia: si prese la tavola della
Trinacria, si scalpellò tutto lo stemma centrale, valore per valore,
sostituendolo con quello dei Savoia: una croce bianca.
Il lavoro, eseguito sempre da Pasquale Amendola, non era certo semplice ed infatti
tutti gli esemplari presentano più o meno evidenti i segni del preesistente
disegno. Tutte le caratteristiche di carta, stampa e filigrana sono identiche
a quelle del francobollo precedente e quindi dei francobolli Borbonici.
La croce venne eseguita disegnando 4 sottili linee guida tracciate a bulino.
Nei quattro angoli mistilinei che si vennero a creare tra la croce e la cornice
circolare attorno, furono tracciate delle sottili linee verticali, normalmente
12 per angolo, ma in alcuni esemplari questo numero è differente.
Il fatto di aver reinciso tutti i 100 esemplari della tavola, permette di
posizionare con certezza ogni esemplare nel foglio in quanto si differenzia
dagli altri per alcuni particolari. Le diversità e le irregolarità
sono spesso assai evidenti, con linee incomplete, storte, che oltrepassano la
cornice ecc., tanto che tra due francobolli si possono avere anche diversità
di incisione veramente rilevanti.
Anche in questo caso il colore prescelto fu l'azzurro, con sfumature più
marcate rispetto alla Trinacria, forse perchè ne vennero eseguite più
tirature. Tra le varietà più importanti anche in questo caso abbiamo
la doppia punzonatura della "T": e non poteva essere altrimenti visto
che la tavola è quella della Trinacria...
Come detto per la Trinacria, non si conosce la tiratura di questo valore: ne
furono stampati 200.000 pezzi, comprensivi del francobollo precedente. Complessivamente
le rimanenze ammontarono a 135.330 pezzi, tutti distrutti.
Ebbe validità ad esaurimento e si conosce utilizzato fino a fine Febbraio
1863.