Il Regno di Napoli


Il Regno di Napoli costituisce la parte peninsulare del Regno delle Due Sicilie (nome di antica origine, definitivamente tornato in uso dal 1816 a seguito del Trattato di Vienna), comprendente anche l'isola di Sicilia: è il più vasto e popoloso degli Antichi Stati Italiani.
Viene anche definito "Dominio al di qua del faro", riferendosi al faro di Messina.
Di antichissima origine (venne costituito la prima volta nel 1442), fu sotto la dittatura dei Borbone dal 1734, con Carlo VII di Borbone. Dopo il 1816 fu sotto il dominio di Ferdinando I che morì nel 1825, lasciando il trono a Francesco I.
La superficie del territorio era di circa 85.200 Kmq ed aveva oltre 7 milioni di abitanti.
In periodo filatelico regnava Ferdinando II, figlio di Francesco I, salito al trono nel 1830. Già nella prima metà del 1800 il Regno era importante per molti aspetti economici ed umanistici (ad esempio il "Ferdinando I", la prima nave a vapore, fu inaugurata qui nel 1818); il nuovo re, uomo capace ed abile, diede ulteriore impulso all'organizzazione ed all'amministrazione dello Stato, da cui ne derivarono fiorenti commerci e miglioramenti in molti settori. Napoli, la capitale, divenne città importante e sviluppata: la città ebbe illuminazione a gas e nel 1839 la prima ferrovia "Italiana" fu la Napoli-Portici.
Tuttavia a partire dal 1848, con l'ondata di fermenti popolari che coinvolse tutta l'Italia, Ferdinando II, mutò notevolmente il suo atteggiamento, trasformandosi in re assai più duro e reazionario, anche se forse la storia ha un po' troppo "calcato la mano" su questo aspetto: fece reprimere con la forza i moti sorti in Sicilia, arrivando a far bombardare Messina (da cui il nomignolo "Re bomba"), riottenendo il potere assoluto.
Morì a Caserta il 22 Maggio 1859, in un momento decisivo della storia Italiana, lasciando il potere nelle mani del primogenito Francesco II, giovane di 23 anni, impreparato, poco colto e senza carattere...

Le vicende che portarono alla caduta del Regno di Napoli (e di tutto il Regno delle Due Sicilie) rievocano nomi e situazioni importantissimi nella storia italiana. Eccone una sintesi veramente breve e sommaria: la trattazione dettagliata richiederebbe un intero volume...
Conquistata la Sicilia (cfr. introduzione storica relativa), il generale Giuseppe Garibaldi (Fig. 1) il 19 Agosto 1860 sbarca sulle coste Calabre, a Melito, con circa 4.000 uomini.

Giuseppe Garibaldi
Fig. 1: il generale Giuseppe Garibaldi,
una delle figure più importanti nella storia del Risorgimento.

Dopo lo scontro con le truppe Borboniche e la conquista di Reggio Calabria (19 Agosto 1860) inizia l'avanzata inarrestabile verso Napoli, sostenuta anche dai sempre crescenti fermenti popolari. Le truppe Borboniche si sfaldano senza quasi opporre resistenza. I Garibaldini avanzano, conquistando città dopo città entrando a Cosenza e Salerno da trionfatori, per dirigersi verso Napoli. Il 6 Settembre Francesco II abbandona la capitale per rifugiarsi a Gaeta, radunando tutte le truppe restate nella valle del fiume Volturno. Egli avrebbe voluto affrontare Garibaldi prima dell'arrivo delle truppe Sarde che stavano giungendo da nord, inviate dal Piemonte. Vi riuscì, ma a nulla valse questo tentativo che vide le sue truppe capitolare nella più violenta ed incerta delle battaglie per la liberazione del Mezzogiorno (1-2 Ottobre, battaglia del Volturno). Questo avvenimento chiude la cosiddetta "Spedizione del Mille" (cfr. introduzione al Regno di Sicilia).
Il 26 Ottobre a Cainello di Teano Giuseppe Garbaldi incontra Vittorio Emanuele II in uno storico incontro: una delle pagine più famose ed importanti della storia risorgimentale d'Italia.
Nel frattempo Garibaldi era precedentemente entrato a Napoli il 7 Settembre, proclamando ed assumendo la Dittatura dal giorno successivo; dittatura che vide non sempre vicende positive per vari contrasti che sorsero sui modi e tempi di condurre la situazione; Garibaldi, dopo essere entrato da vincitore con Vittorio Emanuele II nella capitale, chiese l'8 Novembre di poter avere il Governo per un anno ma gli venne rifiutato; in conseguenza di ciò passò i poteri militari al generale Sirtori, trasferendosi in esilio volontario a Caprera.
Raccontano le cronache, non si sa quanto veritiere e quanto no, che quando Garibaldi si imbarcò per ritornare a Caprera, il 9 Novembre 1860, avesse con se solo un pacco di merluzzi, un sacchetto di semi di fave, un pacco di fagioli e tre cavalli: Marsala, Borbone (preso ad un nemico durante la battaglia a Reggio Calabria) e Said, dono del Pascià d'Egitto. In tasca aveva appena duemila lire... Assai triste se pensiamo a quanto questo grande uomo fece per l'Italia.
Il 21 e 22 Ottobre il plebiscito popolare decretò la fine del Regno delle Due Sicilie.
La Dittatura venne sostituita dalla Luogotenenza di Carlo Farini il 9 Novembre 1860.

L'11 Dicembre venne posto l'assedio alla fortezza di Gaeta. Dopo 100 giorni di assedio, l'armata francese che difendeva la roccaforte, lasciò le acque partenopee. Il re si arrese e gli venne concesso di trasferirsi a Roma con la moglie.

La moneta circolante nel Regno di Napoli era il Ducato Napoletano, suddiviso in 100 Grana, equivalente a 10 Carlini oppure a 200 Tornesi. Un Ducato equivaleva a 4,25 Lire italiane. La Lira venne introdotta dalla fine del Settembre 1861.

Ecco brevemente quali erano le principali tariffe postali esistenti (piuttosto complesse) per una lettera primo porto per l'interno. Le lettere non affrancate venivano consegnate ugualmente ma pagavano la tassa normale più una sovrattassa pari a metà affrancatura.

Lettera di un foglio
2 grana
Lettera di due fogli
3 grana
Lettera di tre fogli
4 grana
Da 11 a 15 trappesi (*)
5 grana
Da 16 a 20 trappesi
6 grana
Da 20 a 25 trappesi
7 grana
Da 26 trappesi ad un'oncia (*)
8 grana
Nel circondario postale
Metà tariffa
Giornali e stampe (per foglio) Mezzo grano
Assicurazione
Il doppio
(*) un trappeso = 0,87 gr. - Un'oncia = 26 gr.
Oltre l'oncia vi erano altre tariffe in progressione.