L' emissione - introduzione generale


Come scritto nell'introduzione storica, anche il Ducato di Parma si unì al Regno di Sardegna, con le modalità che ho già brevemente descritto.
Anche i francobolli, dunque, dovevano essere cambiati per eliminare ogni traccia del passato dominio.

Puntualmente da Torino arrivò la fornitura dei nuovi francobolli della IVª emissione di Sardegna che vennero posti in corso il 1° Agosto 1859 (ma erano già a Parma dalla fine di Giugno!): tuttavia la cosa non era amministrativamente del tutto corretta in quanto l'annessione ufficiale al Regno di Sardegna sarebbe avvenuta solo con i plebiscito del 14/21 Agosto e con la decisione dell'Assemblea del Popolo del Settembre 1859.
Si decise dunque l'emissione di nuovi francobolli, malgrado quelli Sardi potessero continuare a circolare (creando rarissime affrancature miste). Lo sforzo creativo non fu poi molto grande, visto che si utilizzarono i cliché adoperati per stampare i segnatasse per giornali (cfr. introduzione all'emissione per giornali ). Una data precisa di emissione non esiste, mentre la data più antica d'uso rinvenuta è il 27 Agosto 1859.
Il conio dei francobolli per giornali era stato eseguito ancora una volta da Donnino Bentelli. Da questo venne eliminata la cifra "9", sostituita con caratteri tipografici per creare i nuovi valori. Il soggetto è un ottagono a linee curve in cui è contenuta in alto la dicitura "STATI PARMENSI" con sotto una linea divisoria orizzontale; nella parte inferiore del francobollo vi è la scritta a semicerchio "CENTESIMI" e sotto l'indicazione del valore. La stampa è tipografica in colore, su carta bianca a macchina senza filigrana, di bassa qualità. Il lavoro di reinserimento dei valori diede dei risultati non brillanti, con cifre storte, incomplete, disallineate e danneggiamenti vari alle diciture. Lievemente differente anche la spaziatura tra gli esemplari, rispetto ai valori per giornali in quanto vennero inseriti degli spazi tipografici nella composizione (alcuni di questi lasciarono piccole impronte a lato dei francobolli). Nelle composizioni dei valori vennero impiegati anche due tipi di "0", uno largo ed uno stretto.
Furono stampati in fogli di 60 pezzi (10 file da 6), in due differenti tirature, spostando la posizione di alcuni cliché nel foglio. Ecco la successione delle tirature e le date più antiche di utilizzo:

5 centesimi
Verde-azzurro - Iª tiratura
9 Settembre 1859
5 centesimi
Verde-giallo - IIª tiratura
3 Novembre 1859
10 centesimi
Bruno - Iª tiratura
27 Agosto 1859
10 centesimi
Bruno - IIª tiratura
-
20 centesimi
Azzurro - Iª tiratura
31 Agosto 1859
20 centesimi
Azzurro - IIª tiratura
-
40 centesimi
Rosso bruno - Iª tiratura
5 Settembre 1859
40 centesimi
Vermiglio - IIª tiratura
25 Novembre 1859
80 centesimi
Bistro arancio
27 Novembre 1859

Come si nota, tutti i valori furono ristampati ad eccezione dell'80 centesimi; per il 5 ed il 40 centesimi il colore abbastanza differente è determinante per riconoscere la tiratura; assai difficile invece per i valori da 10 e 20 centesimi, tant'è che non vengono neppure catalogati distintamente (ci si basa ove possibile sulle date degli annulli, sulla forma dello "0" e su piccole variazioni cromatiche). Tra le varietà si riscontrano difetti dei cliché (che, non dimentichiamolo, avevano già stampato i francobolli per giornali), lettere danneggiate o mal stampate, cornici ammaccate e qualche decalco.
Sono note le tirature che si possono riassumere come segue:

5 centesimi
Iª tiratura
18.000
5 centesimi
IIª tiratura
19.200
10 centesimi
Iª tiratura
18.000
10 centesimi
IIª tiratura
31.200
20 centesimi
Iª tiratura
60.000
20 centesimi
IIª tiratura
31.200
40 centesimi
Iª tiratura
3.600
40 centesimi
IIª tiratura
12.000
80 centesimi
Tiratura unica
2.400


Le rimanenze furono poi immesse sul mercato filatelico.
Faccio notare come dell'80 centesimi ne vennero venduti solo 68 pezzi; ad oggi è noto un solo esemplare su busta e 5 pezzi usati: è considerato la più grande rarità degli Antichi Stati Italiani ed uno dei pezzi più rari del mondo (Fig. 1).
Ebbero validità fino al 31 Gennaio 1860 ma vennero tollerati anche in Febbraio.

Busta 80 centesimi
Fig. 1:
l'unica busta nota con l'80 centesimi: la più grande rarità degli Antichi Stati Italiani.
(tratto dal "Catalogo Sassone Specializzato", ed. 2001)