Le ROMAGNE


Considerare i territori delle Romagne come uno degli Antichi Stati è un errore: si tratta infatti, come vedremo, di un territorio dove furono posti in uso speciali francobolli per particolari ragioni.

La IIª Guerra d'Indipendenza vide parecchi stravolgimenti nel territorio e nell'assetto politico italiano e si concluse con l'unificazione di buona parte del territorio sotto i vessilli di Vittorio Emanuele II°.
I primi territori appartenenti allo Stato Pontificio che passarono in mano Sarda furono, appunto, quelli delle Romagne, corrispondenti alle province di Ferrara, Bologna, Ravenna e Forlì, territorio Pontificio fin dal 1503.
La sconfitta di Magenta (4 Giugno 1859), ad opera di Sardegna e Francia, determinò l'arretramento delle truppe austriache e l'abbandono dei territori delle Romagne, a cominciare dalle truppe del generale Habermann di stanza a Bologna (12 Giugno 1859) per finire con Rimini (22 Giugno 1859). Anche le truppe Pontificie nulla poterono contro l'avanzata Sarda, rafforzata dal crescente fermento popolare insurrezionale. Il 15 Giugno si insedia il Governo Provvisorio che viene poi definitivamente posto sotto la giuda di Lionello Ciprani, che sostituì il "Regio Commissario" Massimo D'Azeglio. Il 7 Settembre venne dichiarato decaduto il dominio dello Stato Pontificio. Tra la fine di Novembre e l'inizio di Dicembre del 1859 insieme ai territori degli ex Ducati di Modena e Parma, le Romagne vennero poste sotto la dittatura del Farini (che diviene "Governatore" dal 1° Gennaio 1860) con il nome di "Regie Provincie dell'Emilia".
I territori vennero annessi definitivamente al Regno di Sardegna il 15 Marzo 1860.
Sarebbe errato ritenere semplicisticamente che tutto si svolse in fretta e senza problemi. La reale situazione storico-politica di quel periodo fu a dir poco ingarbugliata, dove anche le date storiche differiscono molto sulle diverse pubblicazioni in materia!. Alterne vicende e, come diremmo oggi,"tira e molla" politici tra Piemontesi, Austriaci, Francesi e Stato della Chiesa resero la situazione socio-politica veramente "machiavellica": basti pensare, per esempio, alla decisione Sarda (Armistizio di Villafranca) di non interessarsi più di quei territori, anzi di renderli al Papa! (almeno nella teoria.....). Ne seguì la formazione di una Lega difensiva tra Ricasoli (a Firenze), Cipriani (a Bologna) e Farini per Modena & Parma, al fine di proteggersi dalla possibile restaurazione dei vecchi regimi. Dopo varie vicende, come detto, fu il Farini che con forte autorità condusse i territori all'annessione definitiva. Non tratterò qui in dettaglio gli avvenimenti che si susseguirono perchè porterebbero ad un'eccessiva trattazione storica. Per chi volesse studiare a fondo questo interessante periodo, consiglio di consultare la sezione "biblioteca" dove sono alcuni riportati volumi veramente esaustivi in materia.

La moneta circolante fu inizialmente lo Scudo Pontificio, suddiviso in 100 Bajocchi. Uno scudo valeva 5,375 Lire ed un Bajocco era equiparato a 5 centesimi. Dal 28 Giugno 1859 viene introdotta per decreto la Lira Italiana di 100 centesimi che entrerà ufficialmente in vigore dal 1° Novembre successivo, rapportando lo Scudo a 5 Lire ed il Bajocco a 5 Centesimi. Il Mezzo Bajocco sarebbe stato rapportato a 3 Centesimi (cosa che, vedremo, non accadde).

Anche le tariffe e gli usi postali riflettono il periodo assai confuso. Dapprima si continuarono ad usare i francobolli Pontifici che si dimostrarono comunque insufficienti, vista anche l'abitudine Pontificia di non fornire grandi quantità di francobolli. Ciò portò alla creazione di frazionamenti per sopperire ai valori che venivano a mancare.
Finiti i francobolli a disposizione (Luglio/Agosto 1859) si passò a segnare sulle lettere la tassa pagata mediante timbri (1/2, 1, 2, 5) od a mano e pagando il corrispettivo in contanti all'Ufficio Postale (Fig. 1).

Avviso
Fig. 1:
l'avviso del 16 Giugno 1859


Dal 1° Settembre si ebbero poi i francobolli delle Romagne (cfr. introduzione all'emissione) che restarono in uso ufficialmente fino al 31 Gennaio 1860 ma vennero tollerati anche nel mese successivo visto che quelli Sardi, in uso dal 1° Febbraio, furono distribuiti in quantità del tutto insufficienti...


Ecco quali erano le principali tariffe postali esistenti per una lettera primo porto per l'interno (lettere di un foglio). Il doppio porto pagava il doppio, il triplo pagava 3 volte e via dicendo. Dapprima, fino al 31 Gennaio 1860, si continuarono ad utilizzare le tariffe pontificie, e precisamente:

Entro la stessa Direzione Postale
1 bajocco
Fra Direzioni Postali limitrofe (sullo stesso percorso postale)
2 bajocchi
Fra Direzioni Postali non limitrofe ma nella stessa "distanza"
3 bajocchi
Idem se a distanze diverse
4 bajocchi
Stampe di un foglio (qualsiasi località)
1/2 bajocco
Stampe (oltre un foglio, fino ad un oncia di peso)
1 bajocco
Stampe (per ogni oncia in più)
1 bajocco
Raccomandazione
+50%

Dal 20 Luglio 1859 il costo della lettera venne calcolato a peso (10 grammi a porto) e non più a fogli (tranne che per i militari la cui corrispondenza pagava sempre 1 Bajocco) e dal 1° Novembre 1859 venne introdotta la Lira italiana, con il seguente ragguaglio (da notare che diversamente da quanto stabilito col Decreto di introduzione della Lira Italiana del 28 Giugno 1859, il nuovo Decreto del 27 Ottobre 1859 rapportava il mezzo Bajocco a 2 centesimi invece di 3: questo causò delle incomprensioni tanto che in alcuni uffici il ragguaglio venne effettuato a 2 centesimi ed in altri a 3 centesimi!):

Tariffa
in Centesimi
in Baj
Nello stesso ufficio postale
5 centesimi
1 bajocco
Entro 20 Km
10 centesimi
2 bajocchi
Oltre
20 centesimi
4 bajocchi
Stampati periodici (ogni 40 grammi)
1 centesimo
1/4 di bajocco
Stampati non periodici (ogni 40 grammi)
2 centesimi
1/2 bajocco
Raccomandazione
25 centesimi
5 bajocchi
Corrispondenza militare
esente
esente