La Iª emissione - introduzione generale
Il 1° Gennaio
1851 vengono introdotti i francobolli nel Regno di Sardegna.
Volendo escludere il Lombardo Veneto, che fu il primo ad emettere i francobolli
il 1° Giugno 1850, possiamo considerare questi francobolli come i primi
emessi da uno stato "Italiano" (il Lombardo Veneto era infatti
sotto la dominazione Austriaca).
La serie si compone di 3 valori:
5
centesimi
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Nero
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20 centesimi |
Azzurro
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40 centesimi
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Rosa
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In origine ci sarebbe dovuto
essere anche un valore da 80 centesimi, ma non se ne fece nulla.
Il soggetto è l'effigie di Vittorio Emanuele II volta di profilo a
destra, ricavata dalle monete d'oro circolanti, posta entro un ovale colorato;
attorno vi è una doppia cornice rettangolare con le diciture (da sinistra)
"FRANCO", "C. POSTE 0.5" "BOLLO", "C. CINQUE".
Ovviamente le diciture "0.5" e "CINQUE" cambiano a seconda
dei valori. Tutto attorno vi è una sottile cornice di perline. Tanto
negli angoli curvilinei formati dall'ovale con la prima cornice quanto ai
quattro angoli della doppia cornice rettangolare, vi sono piccoli fregi decorativi.
L'emissione sarebbe dovuta essere in tipografia, ma la fretta di eseguire
il lavoro fece assegnare l'incarico ad un litografo torinese: Francesco Matraire,
dietro compenso di "5 Lire ogni 1.000 francobolli forniti e 2,50 Lire
per ogni bollo annullatore in acciaio". Egli fu bozzettista, incisore,
e stampatore dell'emissione. Eseguì dunque i disegni in litografia
su pietra, giacchè non disponeva di macchinari tipografici. Il disegno
venne inciso assai finemente e, cosa interessante, in modo indipendente per
i tre valori, cosicchè essi differiscono in molti piccoli dettagli.
La stampa avvenne in fogli di 50 pezzi, divisi in due gruppi affiancati di
25 pezzi (5x5) e separati da un interspazio di gruppo di circa 5,5 millimetri.
E' conosciuta qualche coppia con interspazio: si tratta di grandi rarità.
E veniamo ai grattacapi.....
Il sistema di stampa utilizzato non fu costante; in un primo tempo il Matraire
duplicò la matrice originale tante volte quanti erano i francobolli
(quindi 25 trasporti per ognuno dei due gruppi). Questo diede origine a stampe
nitide e ben dettagliate, tipiche delle primissime tirature. Successivamente,
per fare più in fretta, anche perchè la domanda di francobolli
andava probabilmente crescendo, egli preparò una composizione di 25
pezzi senza partire dall'incisione originale. Da questa nuova matrice, che
tenne come pietra principale, ne ricavò della altre per le varie stampe
di 50 o 100 pezzi per foglio (2 o 4 gruppi di 25), riportando il blocco intero
in un solo passaggio (e dunque due o quattro passaggi a foglio). Queste successive
operazioni di riporto non furono identiche e costanti nel tempo, tant'è
che alcuni segni, a volte minutissimi, permettono di riconoscerle. Inoltre
la qualità delle tavole così ottenute fu nettamente peggiore
rispetto alla prima tiratura. Non mancano anche dei ritocchi eseguiti direttamente
sulle pietre da stampa che a volte peggiorarono la situazione. Il deterioramento
delle pietre da stampa costrinse alcune volte a sostituire del tutto alcune
impronte. Nella schede generali dei vari francobolli non verranno forniti
dettagli sulla classificazione delle tirature e dei riporti, spesso non menzionate
nemmeno dai cataloghi vista la complessità dell'argomento: mi limiterò
all'esposizione dei francobolli-tipo. Per i curiosi l'argomento sarà
comunque più estesamente affrontato nella sezione "Approfondimenti".
Per completezza di esposizione va detto che un recentissimo studio di F. Lucini
asserisce che la differenza qualitativa tra le varie tirature non è
da attribuire ai due diversi metodi di stampa utilizzati ma solo al fatto
che inizialmente la carta preparata per la stampa veniva inumidita e che quindi
il colore "prendeva" meglio dando dei risultati esteticamente
migliori; questa procedura venne abbandonata successivamente per velocizzare
il lavoro. Purtroppo non ho la competenza tecnica necessaria per dare un'opinione
in merito.....
Il Matraire si premurò
di inserire due piccoli segni segreti nella sua opera, per poter riconoscere
eventuali falsificazioni. Essi sono costituiti da due perline della cornice
che sono completamente bianche: sono quella sopra "TE" di "POSTE"
e la settima dal basso sul lato destro (Fig. 1). Capita però
sovente che a causa dell'inchiostrazione queste perline appaiano simili alle
altre.
Fig. 1: le due perline sempre bianche, segno segreto
dell'incisore.
I francobolli sono stampati su carta a macchina, di medio spessore, di ottima
fattura ed abbastanza costante nel tempo, senza filigrana. Variabili sono
le tonalità di colore che si riscontrano.
Le tirature non sono note ma dal dettagliatissimo manuale del Rattone si desume
la vendita dei pezzi, come segue (i dati sono assolutamente indicativi):
5 centesimi
|
<250.000
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20 centesimi | <900.000 |
40 centesimi
|
<90.000
|
Non esistono particolari varietà
e neppure ristampe: quelle che circolano sul mercato sono solo falsi.
Ebbero validità al 30 Settembre 1853.