La IIª emissione - introduzione generale


Il 1° Ottobre 1853 vengono distribuiti i francobolli della seconda emissione, anche se non esiste una data specifica nel Decreto Reale di emissione (datato 7 Maggio 1853).
La serie si compone di 3 valori, dello stesso facciale dell'emissione precedente:

5 centesimi
Verde
20 centesimi
Azzurro
40 centesimi
Rosa

Come si può notare il 5 centesimi è diventato verde, da nero che era nella prima emissione.
Perchè questa nuova serie?
La prima emissione, come abbiamo visto, avrebbe dovuto essere di tipo "inciso" ma la necessità di provvedere rapidamente alla produzione e la buona apparenza del soggetto presentato dal Matrire avevano fatto sì che i francobolli fossero litografici.
Tuttavia l'Amministrazione delle Poste riteneva che questo sistema potesse essere facilmente falsificato e che anche gli annulli si sarebbero potuti eliminare o nascondere agevolmente, specialmente sul valore nero da 5 centesimi: che questo nella realtà non sia poi avvenuto, è un altro discorso...
Inoltre l'aspetto generale e qualitativo dei francobolli era andato peggiorando e questo non era gradito, tanto da suscitare le proteste nei confronti del Matraire.
Per queste ragioni si presero contatti con incisori francesi per vedere come si sarebbe potuto affrontare il problema.
Il Matraire, non certo uomo facoltoso, per non perdere l'appalto, per dedicarsi al quale aveva probabilmente trascurato anche altri clienti, giocò d'anticipo: in sostanza si fece lui stesso promotore di una nuova emissione prodotta con un sistema inedito di sua invenzione: i francobolli, stando alle sue stesse parole "ne pourront plus servir après la marque annulée et qu'il sera absolument impossible de contrefaire".
Il Matraire riuscì nello scopo e l'Amministrazione fu molto soddisfatta del suo operato a tal punto che comperò il macchinario per 27.500 franchi, concedendogli la fabbricazione dei francobolli e fornendo essa stessa la carta, prodotta dalla Cartiera Capucino di Torino (altri studi riportano che la carta venne invece fornita dal Matraire).
L'incisione del bozzetto fu fatta da Giuseppe Ferraris, incisore della Zecca.
Il sistema di stampa fu quello rilievografico, una vera novità mai prima d'allora sperimentata. Neppure l'inchiostro era più necessario!
Il soggetto è uguale a quello dell'emissione precedente, a cui rimando per la descrizione.
La stampa venne effettuata in rilievo a secco su carta colorata, a macchina, sottile, non filigranata, in fogli di 100 pezzi, divisi in 4 gruppi di 25 separati da interspazi, mentre la distribuzione avvenne in fogli da 50 (10 file da 5 pezzi). La pressione di incisione fu talvolta assai forte tanto da rompere la carta, specialmente attorno all'ovale dell'effigie.
Il disegno, se si ha la fortuna di trovare qualche esemplare che conservi ancora ben evidente l'incisione, è preciso e dettagliatissimo. Tuttavia non sempre i francobolli si presentano così bene rilevati ed è spesso difficoltoso riconoscerne i particolari. A ciò si aggiunga la gomma, che tende a crepare letteralmente la carta dando un effetto poco piacevole. Assai uniforme invece la tonalità di colore, tranne per qualche lieve variazione sul 40 centesimi.


Le tirature non sono note neppure per questa emissione, ma, analogamente alla prima, dai dati forniti dal Rattone si possono stimare nei seguenti quantitativi (i dati sono assolutamente indicativi):

5 centesimi
<130.000
20 centesimi <370.000
40 centesimi
<50.000

Altre fonti parlano rispettivamente di 70.000, 250.000 e 40.000 pezzi.

Tra le varietà più importanti si conoscono doppie e triple impronte a secco e coppie con interspazio di gruppo (rarissime).
Si conosco dei saggi preparati su cartoncino dal Matraire e delle ristampe effettuate dallo stesso nel 1863, con i colori lievemente variati.
Ebbero validità ad esaurimento.