L' emissione - introduzione generale
Se già i
francobolli del Regno di Napoli appaiono tardi (1° Gennaio 1858), quelli
di Sicilia sono dei veri e propri "ritardatari": vengono emessi
solo sabato 1° Gennaio 1859 ed è curioso notare come vennero definiti
all'epoca: "Figurine quadrilatere portanti la Nostra effigie".
Sic!
La serie si compone degli stessi sette valori di quella Napoletana, e precisamente:
Mezzo Grano
|
Arancio
|
1 Grano
|
Bruno
|
2 Grana
|
Azzurro
|
5 Grana
|
Rosa carminio
|
10 Grana
|
Azzurro
cupo
|
20 Grana
|
Ardesia
|
50 Grana
|
Lacca bruno
|
Ci si potrebbe domandare
come mai il Regno delle Due Sicilie abbia adottato francobolli del tutto diversi
nell'interno di un territorio unico; la risposta è che le due parti
del Regno avevano Amministrazioni completamente separate ed autonome cosicchè
agivano in questo senso quasi fossero due Stati differenti.
Il soggetto prescelto per i francobolli di Sicilia fu la "Sacra Effigie"
di Ferdinando II volta di profilo a sinistra, ricavata da un ritratto fotografico.
L'incisione del conio fu affidata a Tommaso Alojsio Juvara, famoso e validissimo
incisore messinese, che ricevette per il lavoro e per il materiale la somma
di "139 Grana ed 80 Ducati".....
L'opera che esegui fu stupefacente, di altissimo livello artistico e grafico,
tanto che ancor oggi i francobolli di Sicilia, anche per i colori con cui
vennero stampati, sono considerati tra i più belli ed eleganti mai
apparsi nel panorama filatelico mondiale, malgrado lo sfortunato sistema di
stampa adottato non abbia reso piena giustizia alla qualità dell'opera
di incisione.
L'effigie reale, al centro del francobollo rettangolare, è contornata
da una sottile cornice bianca; attorno vi è la dicitura (da sinistra)
"BOLLO DELLA", "POSTA" "DI SICILIA" e sotto
l'indicazione "GR." ed il valore.
Per la stampa si utilizzò il sistema calcografico, partendo da tavole
in rame; il materiale tecnico occorrente per la produzione venne fornito da
Giuseppe La Barbera e la stampa avvenne nella tipografia Francesco Lao di
Palermo.
I francobolli vennero stampati in fogli di 100 pezzi, in 10 file di 10, separati
gli uni dagli altri da un sottile filetto tipografico.
La carta usata fu di tipo a macchina, dapprima acquistata a Napoli (rugosa,
porosa ed irregolare) ed in seguito a Palermo (più bianca, liscia ed
omogenea).
E' molto interessante notare come la scelta dei colori venne effettuata con
cura meticolosa per evitare che, anche con l'uso della carta delle lettere,
si potessero creare delle affrancature rappresentanti il tricolore Sardo!
Le matrici da stampa, con l'inserimento del tassello del valore, vennero ottenute
partendo dal conio originale e, come detto, erano composte da 100 impronte;
alcune erano in realtà costituite da 4 blocchi di 25 affiancati. I
difetti di riduplicazione del conio originale sono molti tant'è che
di ogni francobollo è possibile riconoscere la posizione del foglio:
in molti casi si dovettero fare dei ritocchi direttamente sulle matrici per
completare delle parti del disegno che non si erano bene duplicate (e non,
come ritengono alcuni, solo per correggere difetti emersi col logorio delle
tavole da stampa): mancanze di stampa, punti non stampati, sottili fregi ecc.
sono spessissimo presenti in questi francobolli. Lo studio dei ritocchi e
la ricostruzione delle tavole di Sicilia è da sempre un'appassionante
collezione seguita da molti specialisti. Nella sezione "Approfondimenti"
vengono illustrati alcuni dei ritocchi ed è presente la rappresentazione
di tutti i 100 pezzi formanti la IIIª tavola del 2 Grana.
Ad essere
pignoli vi sono anche dei minuti dettagli di riconoscimento che sono comuni
a tutti i francobolli, indipendentemente dal valore e dalla tavola. Tre dei
principali sono (Fig. 1):
A) Piccolo punto di colore nella cornice bianca sotto la "A" di
"POSTA".
B) Piccola macchia di colore sotto la seconda "L" di "DELLA"
che va ad intaccare la cornice bianca sottostante.
C) tratti colore più o meno evidenti sotto la "B" di "BOLLO"
e sotto la "A" di "SICILIA".
Fig. 1: alcuni dei segni caratteristici di tutti i valori
Oltre a questi ve ne sono inoltre degli altri specifici di ogni valore, ma
reputo che i dettagli riportati nell'analisi delle tavole dei singoli valori
siano già più che sufficienti... a creare confusione! E per
questo eviterò di riprodurli, anche perché spesso poco visibili.
Alcuni francobolli della serie furono stampati usando varie tavole, a causa
del consumo elevato a cui le stesse erano sottoposte: il tutto come dallo
schema seguente:
Mezzo Grano
|
2 tavole
|
1 Grano
|
3 tavole
|
2 Grana
|
3 tavole
|
5 Grana
|
2 tavole
|
10 Grana
|
1 tavola
|
20 Grana
|
1 tavola
|
50 Grana
|
1 tavola
|
Come si vede furono usate più
tavole per i valori di maggior consumo; all'interno della scheda di ogni singolo
francobollo viene spiegato come riconoscerle e quali sono le caratteristiche
principali di ognuna.
Anche gli inchiostri da stampa non restarono costanti, tant'è che le
differenze di tonalità e di inchiostrazione sono abbastanza nette.
Tra le varietà più importanti si conoscono doppie stampe, stampe
con inchiostri oleosi e stampe recto-verso; si tratta sempre di varietà
pregiate.
Da segnalare anche l'esistenza di due esemplari del mezzo Grano della IIª
tavola stampati per prova ed utilizzati per errore in colore azzurro anzichè
arancio.
Si conoscono anche delle prove di colore stampate dallo Juvara (assai rare)
ed alcune stampate dal La Barbera e dal Lao.
Vari sono anche i saggi approntati prima dell'emissione definitiva: tra questi
si segnalano quelli Barone (Fig. 2) e quelli del Lesaché.
Altri saggi furono poi approntati dopo l'abolizione dei francobolli Siciliani,
a cura del Ficarotta e del Porcasi; per varie e complesse ragioni nessuno
venne poi utilizzato, stante anche il definitivo "stop" a
qualsiasi produzione di francobolli arrivato l''11 Marzo 1861: anche in questi
casi si tratta di pezzi non comuni.
Fig. 2:
uno dei saggi di Giuseppe Baroni del 1858
I francobolli Siciliani vennero tolti di corso progressivamente, a seguito dello sbarco di Garibaldi, dal Maggio/Giugno del 1860 (il Decreto ufficiale di soppressione è del 27 Maggio 1860, quindi prima dell'intera liberazione dell'isola!) e si conoscono utilizzati fino a fine Luglio (Messina, 23 Luglio 1860). Altri valori sarebbero dovuti essere emessi in sostituzione di quelli Borbonici: ecco spiegata l'esistenza dei saggi preparati dopo la caduta dei Borbone, di cui dicevo prima. Molti problemi ed impedimenti di varia natura ostacolarono l'emissione di questi nuovi valori: nel frattempo la tassa per la spedizione delle lettere tornò ad essere assolta mediante pagamento in contanti, fino a fine Aprile 1861; infatti l'introduzione dei francobolli Sardi avvenne a partire dal Marzo del 1861, ma l'uso effettivo iniziò solo a fine Aprile.
Dei valori Borbonici
è conosciuta la tiratura e la vendita, che è la seguente:
Valore
|
Tiratura
|
Venduto
|
Mezzo
Grano
|
235.000
|
137.561
|
1
Grano
|
540.000
|
443.056
|
2
Grana
|
1.650.000
|
1.477.101
|
5
Grana
|
200.000
|
95.388
|
10
Grana
|
100.000
|
78.892
|
20
Grana
|
100.000
|
42.071
|
50
Grana
|
25.000
|
7.174
|