Lo STATO PONTIFICIO
Di antica
origine (ottavo secolo), andò sempre estendendosi fino al X° secolo.
E' conosciuto anche come "Stato della Chiesa" ed è storicamente
il territorio dei Papi, che erano i sovrani dello Stato. All'epoca dei primi
francobolli (1852) il Papa era Pio IX° (il cardinale Giovanni Maria Mastai
Ferretti) divenuto Papa nel 1846.
All'inizio del periodo filatelico il territorio era molto vasto ed i suoi confini
andavano dal Regno Lombardo Veneto al Regno di Napoli, toccando due mari (Adriatico
e Tirreno). La superficie complessiva era di circa 41.150 Kmq (comprendendo
anche due piccole enclavi in territorio di Napoli, attribuite dal Trattato di
Vienna: Benevento e Pontecorvo). Contava circa 3,5 milioni di abitanti e la
capitale era Roma.
Il territorio era diviso in 4 regioni (Romagne, Marche, Umbria, Lazio), suddivise
in province (in realtà il nome corretto sarebbe Legazioni e Delegazioni).
Varie
e complesse sono le vicende che portarono alla totale (o quasi) sparizione dello
Stato Pontificio: ebbero inizio con la IIª Guerra d'Indipendenza. I primi
territori persi furono quelli delle Romagne (Giugno 1859). La sconfitta di Magenta
determinò l'arretramento delle truppe Austriache. Contemporaneamente
le truppe Pontificie abbandonarono i territori. La determinazione ed il fermento
popolare portarono dapprima alla creazione di una Giunta di Governo in Bologna,
cui aderirono poi rapidamente le altre città. Il 15 Giugno si insedia
il Governo Provvisorio sotto la giuda di Lionello Cipriani. Tra la fine di Novembre
e l'inizio di Dicembre del 1859 insieme ai territori degli ex Ducati di Modena
e Parma, le Romagne vennero poste sotto la dittatura di Carlo Farini (che diviene
"Governatore" dal 1° Gennaio 1860) con il nome di "Regie
Provincie dell'Emilia".
Fu poi il turno, nel 1860, delle Marche e dell'Umbria, supportate dalle sempre
crescenti insurrezioni di piazza. L'invasione dell'Umbria cominciò l'11
Settembre del 1860 e durò ben poco: già il 18 Settembre Spoleto
si arrendeva. In Novembre i plebisciti popolari sancirono l'adesione al Regno
di Sardegna, che avvenne il 17 Dicembre. Anche nelle Marche l'occupazione iniziò
l'11 Settembre e si concluse con la conquista di Ancona, il 29 Settembre, ormai
accerchiata sia da terra che dal mare (bombardata dalla flotta Sarda).
Congiuntamente all'Umbria vennero indetti i plebisciti che sancirono l'annessione
al Regno di Vittorio Emanuele II°. Lo Stato Pontificio veniva così
ridotto al "Patrimonio di San Pietro", di circa 11.700 Kmq.
e 700 mila abitanti. L'offensiva Sarda sarebbe continuata verso Roma (e in realtà
così accadde) se da Torino non fosse stato intimato di fermarsi; infatti
la Francia, in appoggio allo Stato Pontificio aveva deciso di difendere il territorio
restante. Le varie truppe Sarde fermarono la loro azione abbandonando anche
qualche territorio nel frattempo conquistato.
Nel 1870 a seguito delle vicende della IIIª Guerra d'Indipendenza l'esercito
italiano va all'attacco di Roma su diversi fronti (non dimentichiamoci che anche
il Regno delle Due Sicilie era ormai da tempo italiano e che quindi lo Stato
Pontificio era accerchiato da ogni lato), occupando progressivamente tutti i
territori del Patrimonio di San Pietro; le truppe francesi si erano infatti
ritirate sia per i problemi della guerra tra Francia e Prussia che preoccupavano
non poco i francesi sia perchè era ormai oggettivamente impossibile (e
ben poco conveniente...) ostacolare l'unificazione italiana.
L'esercito italiano fa irruzione in città il 20 Settembre 1870 dalla
famosa "Breccia di Porta Pia": alle ore 14 la città
si arrende. L'annessione della città e del Lazio avviene a seguito del
referendum del 2 Ottobre 1870.
Al Papa restò solo il territorio della Città del Vaticano: ben
misera cosa se si pensa alla potenza ed alla dimensione iniziale dello Stato!
Come si può intuire le vicende postali assumo una complessità ed una ricchezza di situazioni veramente enormi. Tariffe, usi di francobolli Pontifici e Sardi, tassazioni, posta militare, combinazioni miste, sono veramente molteplici ed interessanti. Non è tuttavia scopo di questo lavoro esaminarle, sia per la complessità degli argomenti che richiederebbero trattazioni storiche e politiche separate ed approfondite che vanno oltre le mie possibilità, sia perchè ci si perderebbe in una frammentazione di spiegazioni, tariffe, contesti che ben poco avrebbero di organico. Lascio ai collezionisti specializzati l'approfondimento dei vari capitoli di questo interessantissimo periodo storico-postale.
La moneta circolante era inizialmente lo Scudo, suddiviso in 100 Bajocchi. Uno scudo valeva 5,375 Lire ed un Bajocco era equiparato a 5 centesimi. Dal 18 Giugno 1866 anche lo Stato Pontificio introdusse il sistema metrico-decimale e la nuova moneta fu la Lira Pontificia, divisa in 100 centesimi, equiparata a 18,66 Bajocchi.
Ecco brevemente
quali erano le principali tariffe postali esistenti per una lettera primo porto
per l'interno (lettere di un foglio). Il doppio porto pagava il doppio, il triplo
pagava 3 volte e via dicendo. L'affrancatura era facoltativa e non gravavano
sovrattasse per il mancato o parziale affrancamento (il destinatario pagava
la sola differenza).
Da precisare che le tariffe venivano calcolate in base a tre "Distanze"
postali e 40 "Direzioni".
Entro la stessa Direzione Postale |
1 bajocco
|
Fra Direzioni Postali limitrofe (sullo stesso percorso postale) |
2 bajocchi
|
Fra Direzioni Postali non limitrofe ma nella stessa "distanza" |
3 bajocchi
|
Idem se a distanze diverse |
4 bajocchi
|
Idem se non contigue |
5 bajocchi
|
Stampe di un foglio (qualsiasi località) |
1/2 bajocco
|
Stampe (oltre un foglio, fino ad un oncia di peso) |
1 bajocco
|
Stampe (per ogni oncia in più) |
1 bajocco
|
Raccomandazione |
+50%
|
Ricevuta di ritorno |
5 bajocchi
|
A queste tariffe vi sono alcune
eccezioni specifiche che non è qui il caso di menzionare.
A seguito del cambiamento di moneta, le tariffe interne per lettere ogni
10 grammi di peso vennero fissate come segue (restò inizialmente facoltativa
l'affrancatura delle lettere ma obbligatoria quella degli stampati; tuttavia
le lettere non affrancate pagavano a destino il doppio della tassa dovuta):
Per la città |
5 centesimi
|
Qualsiasi altra destinazione |
10 centesimi
|
Manoscritti e campioni (ogni 50 grammi) |
20 centesimi
|
Stampati (ogni 40 grammi) |
2 centesimi
|
Raccomandazione | + 20 centesimi |
Ricevuta di ritorno |
20 centesimi
|