Il Granducato di TOSCANA
Se si volesse anche
solo brevemente tracciare la storia del Granducato di Toscana, ci vorrebbero
alcuni volumi interi....
Il Granducato nasce come tale nel 1570, sotto la guida di Cosimo de' Medici,
duca di Firenze. La discendenza del Medici cessò nel 1737 ed il territorio
passò sotto gli Asburgo-Lorena, precisamente sotto Francesco Stefano
di Lorena, marito della figlia dell'Imperatore d'Austra, Maria Teresa. Nel 1799
il Granducato venne occupato dai francesi che vi restarono però per poco
tempo, sconfitti dagli austriaci. I francesi lo rioccuparono subito dopo (1801)
e al trono salì la dinastia dei Borboni, a cominciare dal figlio del
Duca di Parma. Dal 1807 venne invaso a turno da francesi, spagnoli, parmensi
e napoletani. Dopo alterne vicende, nel 1814, tornarono ancora al trono i Lorena,
con Ferdinando III, che regnarono con continuità fino ai moti Risorgimentali.
Nel 1851, epoca dell'emissione dei primi francobolli era re Leopoldo II spalleggiato,
ovviamente, dall'Austria.
La superficie del territorio era di circa 21.700 Kmq, con 1,8 milioni di abitanti.
Il territorio comprendeva anche l'Isola d'Elba ed altre isole più piccole.
Le province erano Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca , Pisa e Siena.
Che le
cose cominciassero a mettersi male lo si era già capito dal 1848 quando
idee sempre più rivoluzionarie e liberali cominciavano a girare, anche
se con minor diffusione che in altri Ducati. Queste sempre maggiori spinte indipendentiste
culminarono nel 1849 quando Leopoldo II fu costretto a rifugiarsi a Gaeta. Furono
gli austriaci a ristabilire la situazione permettendo il rientro del Duca e
mantenendo la loro presenza sul territorio.
Si giunge così al 1859, alla IIª Guerra d'Indipendenza ed agli accordi
segreti tra Cavour e Napoleone III. Grande ed abile stratega il Cavour, forte
dell'alleanza con la Francia, riuscì a farsi dichiarare guerra da parte
dell'Austria. Ho già accennato nell'introduzione storica degli altri
Stati cosa successe nei vari territori. In Toscana il Cavour aveva abilmente
fatto sorgere ed alimentato moti ed insurrezioni volte a creare malcontento
nella popolazione, più teorico che reale, muovendo dal rifiuto di Leopoldo
II di assecondare lo Stato sardo nella guerra contro L'Austria; il Cavour riuscì
ad ottenere lo scopo voluto: il 27 Aprile 1859 Leopoldo II lascia Firenze, supportato
però dal popolo, che ben poco aveva voglia di unirsi al Piemonte.....
Regio Commissario viene nominato Carlo Boncompagni, ambasciatore di Sardegna
a Firenze. Si forma il Governo Provvisorio. Richiamato il Boncompagni a Torino,
la dittatura viene assunta a partire dal 1° Agosto 1859 da Benito Ricasoli,
Ministro degli Esteri. Nel 1860 (11 e 12 Marzo) si svolgono i plebisciti, che
di popolare hanno ben poco, per non dire nulla.....ma questa è la storia!
Il 22 Marzo l'annessione della Toscana è cosa fatta. Fino al 13 Febbraio
del 1861 fu luogotenente Eugenio di Savoia. Il 17 marzo 1861 venne proclamato
il Regno d'Italia.
Fig. 1: la notificazione
con cui si informa dell'arrivo di Eugenio di Savoia
(tratto da "1848-1862 - La posta militare Toscana" di A. Palmieri)
Il quadro delle monete che circolavano in Toscana è veramente complesso:
c'erano Soldi, Crazie, Quattrini, Francesconi, Paoli e chi più ne ha
più ne metta. Mi limiterò a quelle strettamente attinenti la parte
filatelica.
La moneta ufficiale era la Lira Toscana che si divideva in 12 Crazie, equivalenti
a 20 Soldi, equivalenti a 60 Quattrini.
Quindi dire 1 Lira, oppure 12 Crazie oppure 20 Soldi oppure 60 Quattrini è
esattamente la stessa cosa.
Una Lira Toscana equivaleva a 84 centesimi di Lira Italiana.
Dal 1° Novembre 1859, dopo la formazione del Governo Provvisorio, la nuova
moneta divenne la Lira Italiana, di 100 centesimi.
Il servizio
postale Toscano fu da sempre molto efficiente, con corrieri e staffette ben
organizzati, aiutati in seguito anche da varie tratte ferroviarie e da trasporti
marittimi sviluppati. Ecco quali furono, a seguito della convenzione postale
con l'Austria del 5 Novembre 1850, le principali tariffe in vigore per una lettera
interna, precisando che 1 Denaro equivale a 1,15 grammi ed un'oncia a 28,28.
I porti successivi pagavano altrettante tariffe in proporzione. Inizialmente
(fino all'Ottobre del 1852) le lettere non affrancate pagavano a destino, oltre
la tassa di spedizione, una sovrattassa di 2 Crazie.
Lettera semplice fino a 6 denari di peso |
2 Crazie
|
Lettera semplice fino ad 12 denari di peso |
3 Crazie
|
Lettera semplice fino ad 18 denari di peso |
5 Crazie
|
Lettera semplice fino ad 24 denari di peso |
8 Cazie
|
Lettera semplice fino ad 1 oncia di peso |
10 Crazie
|
Giornali (fino al 30/06/1857, per foglio) |
1 Quattrino
|
Stampe (di qualsiasi tipo, dal 01/07/1857, ogni oncia, cioè 28,3 gr.) |
2 Quattrini
|
Raccomandazione |
+8 Crazie
|
Dal 1° Gennaio 1860 entrarono
in uso i francobolli in centesimi del Governo Provvisorio.
Le lettere non affrancate pagavano a destino il doppio della tassa non applicata.
Le nuove tariffe furono le seguenti (lettere ogni 10 grammi di peso):
Lettera nel distretto |
5 centesimi
|
Lettera, altre destinazioni |
10 centesimi
|
Giornali ogni 20 grammi |
1 centesimo
|
Stampe ogni 40 grammi |
2 centesimi
|
Raccomandazione |
+25 centesimi
|